Paolo Maiani

Ultima modifica 7 maggio 2021

maiani1

Paolo Maiani, l'autore dell'affresco dedicato ai Mille Anni di Pàvana, è nato a Pisa nel 1950.
Maestro d'Arte sotto la guida del Prof. Mino Rosi, frequenta poi a Firenze l'Accademia di Belle Arti di Pittura e Scenografia con il maestro Gastone Breddo. Negli stessi anni l'incontro con Pietro Annigoni incide ulteriormente nel suo percorso artistico:
"Tu possiedi una capacità ed una ricchezza interiore da riuscire a fare una qualsiasi cosa... e di farla bene".
Nelle parole del grande maestro scomparso, si può fedelmente riscontrare la personalità pittorica e umana di Maiani. Dalla prima personale nel '72, il suo per corso coerente e tenace, lo porta ad ottenere risultati di alto valore artistico, ma soprattutto pieni di umanità e spiritualità: punto di partenza e forza trainante di tutto il suo operare. Ha esposto in varie parti d'Italia e d'Europa, e sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private in Svizzera, Francia, Inghilterra, Malta, Spagna, Tanzania, Giappone, Stati Uniti. Tuttavia l'opera più vasta riguarda l'esecuzione, nel campo dell'affresco, di importanti cicli di grandi dimensioni sia in Italia che all'estero.
Da annoverare a soggetto religioso le grandiose opere di Venezia; di Sassari, Orgosolo e Nuoro; di Anagni a Roma; di Firenze, Arezzo, Colle Val d'Elsa, Pistoia e Pisa; di Arles in Francia di Castellon di Valencia in Spagna.
Tra le sue più recenti fatiche, splendida la cartella di litografie dedicate alla tragedia dell'alluvione in Versilia e Garfagnana del '96 e la serie di ritratti dedicati al grande poeta Mario Luzi. Fra le ultime opere dell'artista pisano ricordiamo la grande pala della "Crocifissione", un'opera splendida ed intensa, nel Convento della Basilica di Sant'Antonio a Padova.
Anche nella raccolta di opere dedicate ai testi di Francesco Guccini, si toccano livelli altamente poetici, tanto da poter dire della "Gucciniana", una esposizione unica nel suo genere frutto del lavoro di due autori, Guccini e Maiani, protagonisti unici delle proprie espressioni.