Pavana

Ultima modifica 7 maggio 2021
 

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Pavana

di Piero Balletti
in "Storie della Sambuca" 2001

Il paese è situato alla quota di 491 metri sul versante sinistro della valle della Limentra occidentale ed è attraversato dalla statale Porrettana. Ha circa 760 residenti ed è quindi il più popoloso centro della Sambuca.

A monte del paese terreni che da un punto di vista geologico appartengono alla formazione di monte Cervarola (Macigno), costituita arenarie quarzoso micacee a grana fine, alternate a siltiti. A valle di Pàvana e nella zona al di là della Limentra affiora il cosiddetto complesso argillitico con prevalenza di argille grigie e nere. A tali aree a differente litologia corrispondono due aree a diversa vegetazione: a monte di Pàvana prevalgono castagneti e macchie di bosco misto; a valle di Pàvana e nella zona detta «dla da l'acqua» manca il castagno, che non vegeta in terreni argillosi, e prevalgono querceti alternati a seminativi, questi ultimi attualmente per lo più in stato di abbandono.Il centro del paese è disposto longitudinalmente, al di sopra ed al di sotto della strada statale Porretana, che lo attraversa: a monte della stessa c'è l'antica borgata di Poggio Moreggio, la chiesa e la piazza principale. A valle della strada il rione detto Ca' dei Filippi e le case di Pàvana di sotto.

Il paese è antico: la prima citazione è del 998 (v. «Le origini di Pàvana») ed è sempre rimasto nell'orbita pistoiese. Insofferente della soggezione al vescovo di Pistoia ed ai Pistoiesi in alcune occasioni si schierò di fianco a Bologna ed in particolare durante la guerra fra Bologna e Pistoia, che si concluse con la Pace di Viterbo del 1219. Pàvana è terra di confine: il suo dialetto presenta molti aspetti di emilianità. La chiesa è dedicata ai SS. Maria e Frediano e fu costruita nella seconda metà del Settecento. Notevole la pala dell'altar maggiore, dipinto su tela che rappresenta la Vergine col Bambino e Santi, autore Pellegrino de' Pellegrini da Fanano.

Egli la eseguì nel 1656, quando la attuale chiesa di Pàvana ancora non esisteva, per il precedente oratorio «fuori dell'abitato, posto su un colle al cui piede scorreva la Limentra, entro le due strade che conducevano entrambe alla Sambuca».

chiesa SS. Maria e Frediano

Si può ipotizzare che tale oratorio si trovasse non lontano dal luogo ove ora si trova il cimitero. Un altro edificio notevole è quello denominato Le Logge, costruito nel 1849 da don Lorenzo Magnanelli sopraelevando un nucleo più antico in cui si trova un oratorio privato ottocentesco dedicato a San Frediano. Il portico delle Logge che si affaccia sulla strada statale è stato affrescato da Paolo Maiani nel 1998, in occasione della celebrazione del Millenario del paese.
Scendendo per la strada statale verso Ponte della Venturina, si incontra sulla destra un edificio, costruito con arenaria locale e con un ampio portico (ora tamponato) al piano terreno: edificato nel 1846 ospitò la dogana granducale fino al 1860. E' tuttora visibile la vecchia dogana in località Teglia, posta lungo il tracciato che fu detto Via Francesca della Sambuca. Fra gli altri edifici interessante è la Casa del Paiaro, i cui muri esterni sono stati eretti con blocchi di pietra lavorata. Risale al 1925 e fu portata a termine da Aldo Nativi detto il Paiaro, originale personaggio, che fu di grande maestria nell'arte di lavorare la pietra.

Ben conservato è il Mulino del Pontaccio o Mulino di Chiccone che è il centro attorno a cui ruota la saga famigliare e di una comunità descritta da Francesco Guccini in Cròniche epifániche. Tale opera, in parte autobiografica e di gradevolissima lettura, costituisce una preziosa fonte di notizie relative alla cultura, al dialetto, alle consuetudini, ai personaggi di Pàvana degli anni immediatamente seguenti la seconda guerra mondiale.
Presso il Mulino di Chiccone si può vedere dal basso l'imponente Diga di Pàvana, costruita nel 1925 sbarrando a fini idroelettrici la Limentra Occidentale.

diga

Caratteristiche tecniche della Diga

Altezza 54 m
Vol. d'invaso 0,9 (106 mc)
Quota del coronamento 472,5 (m s.l.m.)
Tipologia A volte con contrafforti in cemento armato
Uso Idroelettrico
Anno di fine costruzione 1925

Relativamente all'alimentazione, tradizionalmente essa era basata sui prodotti della coltivazione del castagno e in misura minore della terra, sull'allevamento degli animali da cortile, delle pecore e dei maiali. Oggi la castagna e la farina dolce che da essa si trae, sono divenute una ricercatezza da assaggiare un paio di volte l'anno: più nessuno ha le pecore o le capre, né tantomeno il maiale. Ma anche oggi la cucina locale risente della posizione di confine di Pàvana: alla tradizione emiliana sono riferibili molti primi piatti (tortellini e tagliatelle in particolare), a quella toscana, con carni variamente cucinate, i secondi piatti. Il vino usato è normalmente il rosso toscano.

Passiamo ad una breve descrizione dei dintorni del paese: una strada che ha inizio dalla piazza centrale di Pàvana conduce, superato Pian di campo, alle località Casa Bettini, Pratopiano e Le Casette, poste intorno ad una quota di circa 850 metri, in amena posizione: storicamente appartennero alla parrocchia di Sambuca, ma dopo la costruzione della strada rotabile asfaltata sono entrate nell'orbita geografica di Pàvana.

A valle di tale principale centro si trovano numerose frazioni, tutte particolarmente popolose. Ricordiamo Valdibura, Casa Bonaiuti, Teglia lungo la Porrettana; Cà di Colò, Serravidoli, Casa Gori e Fondamento lungo la "panoramica". Appartiene storicamente a Pàvana la zona detta «dIa da l'acqua» che si trova per l'appunto oltre la Limentra di Sambuca. Qui i pascoli ed i seminativi prevalgono come estensione sui boschi: non vi sono importanti agglomerati di edifici, ma piccoli nuclei abitati o casolari sparsi: Casa Zavari, Pian del Cerro, Casa Martini, Il Giardino, Pacciano.

Guccini

I Pavanesi chiamano con bonaria ironia «spinaioli» coloro che abitano in questa zona, in cui vegetano rigogliosi le Rose canine (o peterlénghe), i Rovi (le ragge), i Prùgnoli (gli stròzghi) ed i Biancospini.

A Pàvana ha sede la stazione dei carabinieri, la scuola elementare e media, l'ambulatorio medico e l'ufficio postale. Sono presenti tre esercizi commerciali con vendita di generi alimentari e servizio di bar, negozi di vendita di articoli casalinghi. Nella zona prossima a Ponte della Venturina si trovano una banca, un albergo, una farmacia, una macelleria, una edicola di rivendita di giornali.

In paese è attivo un gruppo Pro loco, che oltre ad organizzare feste e manifestazioni finalizzate alla promozione turistica, non trascura il recupero e la valorizzazione della cultura e delle tradizioni locali. Da segnalare in particolare le manifestazioni per il Millenario di Pàvana che hanno prodotto l'Affresco delle Logge di Paolo Maiani, il Convegno del Millenario e la pubblicazione del Dizionario del dialetto di Pàvana, curato da Francesco Guccini.

Il paese è collegato con servizio di autocorriere a Porretta Terme ed a Pistoia. La stazione ferroviaria di Ponte della Venturina sulla tratta Bologna-Pistoia dista dal centro del paese 1500 metri.

Da Pàvana si possono effettuare numerose ed interessanti escursioni a piedi, che si elencano sinteticamente:

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  • Pàvana - Pian di campo - Cason d'Egidio - Casa Bettini - Casette-Poggio la Croce (m 1059). Quest'ultima è un'isolata cima rocciosa, priva di vegetazione, che offre uno splendido panorama sulla valle del Reno con i suoi borghi e sull'alto Appennino fino al Corno alle Scale. Ritorno per la stessa via o, in alternativa, prendendo la strada asfaltata a Casa Bettini: tempo complessivo 3/4 ore.
  • Pàvana - Capanna - Castello di Sambuca - Casa Bettini - Pàvana (seguendo le indicazioni del cartello illustrativo del percorso didattico Via Francesca della Sambuca, posto nella piazza di Pàvana). Tempo complessivo 3h 30m. Fa parte dei percorsi appartenenti all'Ecomuseo della Montagna Pistoiese, Itinerario della pietra.
  • Pàvana - Mulino del Pontaccio - Pontaccio - Pian del Cerro - Pacciano - Casa Zàvari - Pontaccio - Pàvana. Tempo complessivo: 2/3 ore. Quest'ultimo percorso che si snoda pressoché interamente nella zona detta "dIa da l'acqua" si consiglia a chi desidera conoscere aspetti della geologia, della vegetazione, della flora inusuali nelle restanti zone della Sambuca.