161 - Crinale

Ultima modifica 6 maggio 2021
crocione
Francesco Guccini al Crocione, punto panoramico dell'alta valle del Reno

Il sentiero 161 ricalca nel primo tratto (da Ponte della Venturina fino oltre Fondamento) altri due sentieri: il 163 ed il 169.
A Ponte della Venturina si attraversa il ponte sul Reno (confine regionale) in direzione della Toscana, e subito dopo si abbandona la strada statale, prendendo a destra per una stretta stradina asfaltata che gira dietro il locale Hotel Belvedere. Ad un bivio prendere a sinistra verso l'alto: inizia la mulattiera che in pochi minuti ci porterà a Fondamento. Attraversato tale borgo, lo stretto sentiero sale per una ripida erta, passa accanto ad un impianto di conifere e prosegue poi attraverso castagneti: ad un bivio di sentieri proseguire diritto fino ad immettersi in altro sentiero più largo.
Prendere a destra, in salita: si attraversano castagneti, noti per la produzione autunnale di funghi, e si giunge ad una strada asfaltata proveniente da Pàvana, nei pressi di località Pian di Campo. Prendiamo per tale strada a destra in salita e dopo cento metri, in corrispondenza di una curva si sale per un ripido sentiero, che si trova a destra rispetto alla strada (fino alle Casette il tracciato va a sovrapporsi a quello del sentiero CAI 155 Traversata dei Laghi).


Il sentiero diviene ben presto una buona mulattiera selciata che attraversa cedui e castagneti. Interessante un edificio, purtroppo destinato alla rovina: il Casòn d'Egidio, che era adibito ad essiccatoio per castagne. 0ltrepassato il Casone, la mulattiera continua a salire fino a giungere ad una biforcazione di sentieri, che a sinistra conduce a Casa Bettini, punto di inizio del sentiero 165 - Tra versata delle Tre Limentre: noi prendiamo a destra, in direzione delle Casette. Si attraversa dapprima un impianto di conifere e poi un castagneto, in cui è visibile un casoncino, rustico edificio in sassi una volta usato per deposito di attrezzi o per ricovero durante la raccolta delle castagne. A quota 915 eccoci alle Casette, borgata abitata solo nella bella stagione o nei fine settimana, che si trova ai margini di un ampio pianoro prativo, presso cui si trovano anche i piccoli centri di Casa Bettini e Pratopiano. Attraversate le Casette verso l'alto, il sentiero si mantiene in quota fino a giungere ad una presa dell'acquedotto: qui prendere a destra in salita. Si giunge subito ad una zona prativa, posta a monte di Pratopiano: alle nostre spalle vi sono esemplari di Pino Mugo; di fronte un piacevole panorama sull'alta valle del Reno. Dopo quindici minuti, ad un bivio proseguire diritto. Avendo però tempo, è assolutamente consigliabile una deviazione a destra per salire al Poggio la Croce (1059 m), dalla cui cima rocciosa il panorama è ampio e splendido (vista della valle del Reno, con i borghi di Molino del Pallone, Lustrola, Granaglione e delle cime montuose dell'Appennino Bolognese fino al Corno alle Scale). Riprendiamo dunque la descrizione del sentiero 161: si attraversano prima un noccioleto e poi cedui, si oltrepassano le pendici orientali del Poggio Torraccia (1080 m sulla cui cima si trovano i ruderi di due torri medievali di avvistamento, che facevano parte del Castrum Sambuchonis, struttura fortificata a monte ed a protezione del Castello di Sambuca. Per vedere i ruderi abbandonare il sentiero 161 e prendere a destra in salita: la deviazione attualmente non è però segnalata sul terreno. Ritorniamo alla descrizione del l'itinerario principale (CAI 161): il sentiero prosegue seguendo da vicino il crinale; ad un quadrivio (siamo alla cosiddetta Crojetta, a quota 981) proseguire diritto (a destra il sentiero scende a Pidercoli ed è molto infrascato e non facilmente rinvenibile allo stato attuale, a sinistra scende a Casale ed è ben riconoscibile ed agibile). Poco oltre il crinale che stiamo seguendo si apre in un vallone: fatto di per sé abbastanza singolare. All'interno, poi, di questo vallone sono visibili muri a secco, disposti per lo più trasversalmente all'itinerario che stiamo percorrendo e che risultano difficilmente interpretabili. La località è detta Le Bughe: secondo la tradizione popolare, essa fu sede di un antico cimitero, in cui trovavano riposo le ossa dei morti di peste o di altre non meglio precisate epidemie. Verso la fine dell'estate in questa zona è possibile trovare un fungo vistoso e raro nelle nostre zone: il Cortinarius praestans. Il sentiero si sposta poi nel versante destro della valle del Reno ed attraversa castagneti: passa accanto alla ottocentesca e suggestiva Verginina di Chinaccia, una edicola in pietra, una delle tante che restano a testimoniare la religiosità delle popolazioni montane. Siamo ormai in prossimità di Pòsola, grossa borgata affacciata sulla valle del Reno, ed a cui giungiamo in pochissimi minuti.
Oltrepassata la chiesa, dopo cento metri di asfalto, nella borgata detta VaI di Maggia prendere a sinistra, a monte delle case, per un sentiero in salita. Superata una fonte con lavatoio, dopo dieci minuti si passa accanto ad un altro isolato tabernacolo, la Verginina di Mosè: l'immagine in terracotta è sopravvissuta ai ladri, ma non alle intemperie, sì che ne rimangono solo alcuni frammenti. Il sentiero sale di nuovo verso il crinale che raggiunge circa a quota 1100, inserendosi in una strada sterrata (itinerario CAI 163, in luogo detto Due Piazze), denominata Strada della Faggeta. Secondo accreditate ipotesi essa costituiva un antico tracciato, la Via Francesca della Sambuca, che collegava Pistoia a Bologna, attraverso le valli dell'Ombrone e del Reno. Seguiamo tale strada, a destra e verso Sud, per un paio di chilometri: segnalato in loco prendere poi sentiero a sinistra che scende ripido nella valle del Limentra di Sambuca e giunge, superata una bella fonte con lavatoio, in località L'Uncinata (930 m). Poche case, da cui parte una strada carrozzabile sterrata in discesa, che seguiremo fino a Casa Capecchi, altro gruppo di case, posto in amena posizione con intorno campi coltivati. Seguiamo la strada, che qui è asfaltata, giungendo in breve al fondovalle ed inserendoci, a destra, nella Strada statale 64, detta Porrettana.
Seguiamo la Porrettana per circa 1000 metri, fino alla località San Pellegrino (negozio di alimentari e bar): qui, in corrispondenza della chiesa, attraversiamo il ponte sul Limentra e prendiamo a sinistra per strada asfaltata. Il tratto di percorso, che ora affrontiamo, è denominato in una mappa di due secoli orsono come Strada della Cavanna, e così vi è brevemente descritta: «Incomincia presso il Ponte di S. Pellegrino al Cassero, e con ardua salita porta da un lato a Ca' di Pieracci, e dall'altro alla borgata di Cavanna, e quindi ai Pianali (braccia 6590, braccia 3)». Considerando che il braccio toscano è di 58 cm, la distanza di San Pellegrino dai Pianali (probabilmente gli attuali Pianezzi) sarebbe di quasi 4 km, mentre la larghezza dell'antica via sarebbe stata di circa 1,80 metri. Riprendiamo la descrizione del nostro itinerario:
oltrepassato il Ponte di San Pellegrino la strada passa sotto rocce a strapiombo, da cui esce a giorno una ricca falda acquifera, con numerose fonti di ottima acqua. Su una di esse una pietra riporta la data 1797. L'ambiente è suggestivo ed è impreziosito dalla presenza di specie vegetali di grande interesse: in particolare l'Aconito, la specie più velenosa della flora d'Italia, e l'Iperico Sangue d'Uomo, dalle grandi foglie e la bella infiorescenza gialla, raro sui nostri monti. Di fronte vediamo la chiesa e la canonica di San Pellegrino.
Oltrepassate di poche decine di metri le fonti, abbandonare l'asfalto e prendere a destra per un bel sentiero, in molti tratti selciato, che si inoltra in un castagneto, in «ardua salita». Dopo poco si passa accanto ad una villetta isolata nel bosco, si prosegue seguendo i segni bianco-rossi del CAI - sentiero 161. Si tiene la destra a eventuali biforcazioni del sentiero, evitando i centri abitati di Casa Pieracci e Casa Pasquinetti. Si attraversano campi e si passa accanto ad un orto recintato, posti in posizione con vista sulla valle della Limentra e sulla borgata di Pianaccio (m 700), che si trova dall'altra parte della valle. Con andamento a zig zag si guadagna quota, finché si attraversa una strada asfaltata ed in pochi minuti si giunge alla borgata di Cavanna.
Si attraversa il paesetto: il sentiero si snoda ora per un ampio castagneto che si trova a monte del paese. Il castagneto ha alberi plurisecolari ed è stato recentemente ripulito: costituisce pertanto un ambiente interessante e pittoresco.
Si attraversano quindi verso l'alto zone di radura, con splendidi prati: ciò che resta di coltivazioni e di pascoli di epoche non lontane. Si oltrepassa un casone (il Ronco) che su una pietra porta la scritta G.G. e una data; a monte di esso, fuori del sentiero, un albero monumentale ed una bella fonte di ottima acqua.
Si attraversa un torrentello perenne le cui sponde in primavera sono ornate da fioriture di Campanellino di primavera (Leucojum vernum) e Bucaneve (Galanthus nivalis); qualche minuto e si giunge ad altri edifici rurali, ombreggiati da notevoli piante di Agrifoglio (località Pian dell'Orzo).
Ancora bosco: la mulattiera diviene poi una strada sterrata, attraversa ampie zone prative in parte coltivate. Da segnalare in questa zona la presenza dei Pennacchi (Eriophorum latifolium), una rara specie alpina tipica dei luoghi umidi. Ci si inserisce poi in una strada rotabile, proveniente da San Pellegrino. Si sale lungo questa strada per alcune centinaia di metri e si prende a sinistra per strada normalmente chiusa da una catena. Si giunge ad un bivio, segnalato in loco: proseguendo diritto (sentiero CAI 167) si sale alla Ca' Lunga e ci si dirige verso la Badia a Taona.

pan-collina
Panorama di Sambuca dalla cima del Monte Uccellaia (m 1160)

Prendiamo invece, come detto, a sinistra in discesa (sentiero CAI 161): attraversate ampie distese coltivate, si giunge a La Cerchiaia (edificio in rovina e quadrivio di sentieri).
La Cerchiaia è zona di valico fra le valli della Limentra di Sambuca e della Limentrella. Siamo a un tiro di schioppo da Casa Sarti, località abitata da un gruppo di giovani, appartenenti alla Comunità del «Popolo Elfico della Valle dei Burroni». Dalla Cerchiaia si scende a destra seguendo le indicazioni in loco. Il sentiero segue a metà costa il versante sinistro della valle della Limentrella, affluente della Limentra Orientale. Per lo più in discesa, termina a Treppio.

Località quota tempi
andata
tempi
ritorno
Ponte della Venturina 401 0.00 7.10
Fondamento 476 0.15 6.50
Pian di Campo 570 0.35 6.35
Cason d'Egidio 696 0.55 6.20
Casette 915 1.15 6.00
Pratopiano 892 1.25 5.50
Ruderi del Sambucone (pressi) 1080 2.00 5.30
Crojetta 1000 2.20 5.10
Posola 942 2.45 4.40
Due Piazze 1104 3.15 4.20
L'Uncinata 930 4.15 3.10
Casa Tulini 807 4.25 2.50
Casa Capecchi 718 4.40 2.45
San Pellegrino 653 5.10 2.10
Cavanna 865 5.40 1.50
Pianezzi 1103 6.10 1.30
La Cerchiaia 1030 6.30 1.10
Treppio 680 7.30 0.00