Aspetti Geografici

Ultima modifica 6 luglio 2021

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Nota Geografica e Geologica

di Ferruccio Capecchi
in "Dizionario Toponomastico del Comune di Sambuca Pistoiese"
Società Pistoiese di Storia Patria 1993

Il territorio comunale di Sambuca Pistoiese si estende per 8' di latitudine a nord del parallelo di 44° e per 8' di longitudine ad est del meridiano di 10°. Ad ovest e ad est i confini sono costituiti rispettivamente dal fiume Reno e dal torrente Limentra orientale; a sud e a nord i confini con i Comuni di Pistoia e di Granaglione non sono marcati da caratteri geografici significativi (1).

Il Comune fa parte della Provincia di Pistoia, nonostante che tutto il territorio si trovi a nord dello spartiacque appenninico e sia quindi tributario del mare Adriatico. Dal punto di vista litologico il territorio comunale presenta una grande omogeneità, essendo costituito quasi totalmente da Arenarie di Monte Cervarola. La formazione è composta da arenarie quarzoso-micacee, prevalentemente a grana fine, alternate a siltiti e, più raramente, a marne e argilliti; la stratificazione è generalmente sottile, ma non mancano banchi arenacei di spessore anche superiore al metro.

Nella piccola porzione di territorio a nord della linea Pavana-Fondamento affiorano tipi litologici del Complesso Argillitico, costituito in grande prevalenza da argilliti grigie e nere, con blocchi e spezzoni di strati di calcare, di arenarie e di calcareniti; la caratteristica di questo complesso è la giacitura caotica, tanto che quasi mai è riconoscibile la stratificazione originaria.

I depositi alluvionali sono pressoché assenti, limitati a sottilissime fasce di fondo valle, praticamente coincidenti con gli alvei dei principali corsi d'acqua. Poco estesi anche gli accumuli detritici eluvio-colluviali, la cui formazione è impedita in gran parte del territorio dalla elevata acclività.

L'intero territorio, completamente montuoso, è costituito da quattro vallate parallele, con direzione sud-ovest nord-est. Da ponente verso levante si susseguono le valli del Reno, del Limentra di Sambuca, del Limentrella e del Limentra orientale. Sono vallate profonde, in rapida erosione, con fondovalle molto stretto, per lunghi tratti ridotto al solo alveo del corso d'acqua.

Le tre dorsali che separano le vallate sono per lunghi tratti al di sopra della quota di 1000 metri s.l.m. L'alveo del fiume Reno in località Mazzone, al confine nord del territorio, è il punto topograficamente più basso, con quota assoluta di m 389; il monte La Croce, sulla dorsale tra i torrenti Limentra orientale e Limentrella, rappresenta con la quota di m 1318 il punto più alto di tutto il territorio comunale(2).

L'analisi di dettaglio della morfologia mediante l'esame stereoscopico di foto aeree mette in evidenza numerosi ripiani presenti a varie quote su tutti i versanti. In linea di massima è riconoscibile in tutte le vallate una serie di ripiani qualche decina di metri al di sopra del fondovalle e un'altra serie di ripiani più alti, a quote comprese fra 700 e 1000 metri s.l.m.

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La discussione sull'origine di questi ripiani richiederebbe un'analisi lunga e sofisticata dell'intero territorio. In questa sede è sufficiente dire che quelli più bassi sono, in parte, dei terrazzi fluviali formatisi nella valle principale alla confluenza dei corsi d'acqua secondari; quelli alti, privi di qualsiasi traccia di sedimentazione fluviale, spesso con copertura eluvio-colluviale di notevole spessore, sono probabilmente il risultato della maggiore intensità dei processi erosivi in quota, favoriti dalle basse temperature e dall'alta escursione termica.

La direzione delle vallate costantemente verso settentrione, che non ha permesso la distinzione tra versante freddo e temperato, e la direzione degli strati quasi sempre trasversale ai fondovalle (disposizione a traverso poggio), hanno determinato una erosione uniforme su entrambi i versanti di ogni valle, che presentano, di conseguenza una simmetria molto accentuata. I valori medi delle pendenze oscillano in tutte le vallate fra il 40 e il 50%. Se consideriamo, però, la notevole diffusione dei ripiani di cui sopra, ne consegue che per lunghi tratti le pendenze si mantengono su valori molto più elevati.

La morfologia cambia completamente a nord di Pavana, in corrispondenza del cambiamento litologico prima descritto. Le argilliti del Complesso caotico, facilmente erodibili e con bassi valori dell'angolo di riposo, formano rilievi arrotondati, versanti a debole pendenza e vallate a fondo largo, dentro il quale l'alveo fluviale cambia spesso il suo corso con formazione continua di terrazzamenti; è il tipico paesaggio «emiliano», determinato da una forte erosione areale che si contrappone a quello aspro della zona pistoiese, dove predomina l'erosione lineare dei corsi d'acqua.

Come è naturale, le caratteristiche morfologiche e, in misura minore, quelle litologiche hanno condizionato fortemente l'uso del suolo, la distribuzione delle essenze vegetali e gli stessi insediamenti umani.

La forte acclività dei versanti, la scarsa copertura eluvio-colluviale e l'assenza di spazi utili nei fondovalle hanno limitato la pratica agricola ad esigue superfici. L'andamento verso nord delle quattro vallate, molto profonde e strette, determina inoltre scarsa insolazione e inverni molto rigidi, con limite nivale più basso di quello medio dell'Appennino centrale, rendendo non produttive le coltivazioni anche nei limitati spazi disponibili(3). Attività agricole, sia pure marginali, sono teoricamente possibili solo nella piccola parte di territorio a nord ed a levante di Pavana, dove i terreni del Compleso argillitico formano versanti accessibili, con notevoli spessori della copertura colluviale. La quasi totalità del territorio comunale è quindi occupata da bosco, con prevalenza di latifolie, tipiche del suolo sabbioso delle formazioni arenacee (soprattutto castagni e faggi alle quote più alte).

I ripiani alti, una volta adibiti a pascolo con forme di piccolo alpeggio, sono attualmente in stato di degrado, spesso occupati da vegetazione infestante(4).

I principali insediamenti si trovano lungo il fondovalle del Limentra di Sambuca; il loro sviluppo è recente e collegato alla strada statale Porrettana (aperta al traffico nel 1847), che rappresenta l'arteria principale del territorio. I borghi più antichi, tranne San Pellegrino, sorto nel fondovalle dove la medievale via della Sambuca attraversava il Limentra, si trovano a mezza costa, quasi sempre sui terrazzi di bassa quota(5); a parte la esiguità degli spazi di fondovalle, questa localizzazione aveva il vantaggio di una migliore insolazione e di un più facile uso del suolo per le coltivazioni e per la costruzione delle stesse abitazioni.

Più in alto, tranne il villaggio di Posola e gli agglomerati di Pratopiano - Ca' dei Bettini - Casette, non ci sono insediamenti importanti; soltanto qualche casa da tempo disabitata e numerosi edifici isolati a servizio delle attività agricole e di allevamento praticate sui ripiani alti. Queste vecchie costruzioni, che in molti casi rappresentano pregevoli esempi di un'architettura rurale antica, sono attualmente in precarie condizioni di stabilità, talvolta addirittura in rovina ed inglobati nella folta vegetazione.

Fin dai tempi antichi nei fondovalle erano localizzati gli opifici che utilizzavano l'energia dell'acqua, abbondante in tutte le stagioni nei quattro corsi d'acqua principali; erano quasi esclusivamente molini che macinavano gli scarsi cereali e soprattutto le castagne, che per lungo tempo hanno costituito l'alimento principale della popolazione della montagna(6).

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(1) Più esattamente il territorio comunale è compreso tra le latitudini nord di 44° 00' 18" e 44° 08' 16" e tra le longitudini est di 10° 54' 57" e 11° 03' 07". I punti estremi del territorio comunale sono: a nord in località Lagoni, nella zona detta Di là dall'acqua; a est l'ansa del torrente Limentra orientale all'altezza delle case dette Il Mosca, poco a monte di Lentula; a sud il Ponte de' Rigoli, nella zona dell'Acquerino; a ovest Setteponti nella valle del Reno, a sud-ovest di Frassignoni.
(2) La dorsale occidentale fra il Reno e il Limentra di Sambuca culmina nel monte Pidocchina a m 1296; quella centrale, tra Limentra e Limentrella, ha il punto più alto nel poggio Scalocchio a m 1314. Le quote sono riprese dalle tavolette I.G.M. La Carta tecnica provinciale, in scala 1:10.000, aggiornata al 1986, indica per il monte La Croce la quota di m 1311.
(3) Le caratteristiche negative del microclima hanno forse sconsigliato il terrazzamento artificiale, che, a differenza di quanto è avvenuto in molti versanti appenninici anche a quote alte, è poco diffuso nel territorio di Sambuca.

(4) Secondo una recente indagine della Regione Toscana, nel bacino del fiume Reno di pertinenza della Regione la percentuale delle aree boscate e dei pascoli alti ormai invasi da bosco è dell'87% (Regione Toscana, I fiumi della Toscana ed i loro bacini. Analisi dei parametri fisici e dell'uso del suolo derivati dalla banca dati dell'Inventano forestale della Toscana, Dipartimento Agricoltura e Foreste e urbanistica, Firenze, 1991, pp. 89-92). Questo dato è riferibile con buona approssimazione al territorio comunale di Sambuca che costituisce buona parte del bacino toscano del Reno.
(5) Sui terrazzi bassi si trovano: Frassignoni, Lagacci, Campeda, Fondamento, nel versante del Reno; Stabiazzoni, Case Pielli, Pavana, nella valle del Limentra di Sanbuca; Campaldaio e gli altri borghi nella valle del Limentrella.
(6) Molti di questi molini sono ancora presenti, ma in gran parte ristrutturati e utilizzati come case di soggiorno estivo.